In guerra col mondo è la pazzia – residenza di creazione artistica a cura di Rosario Palazzolo

Il perché

Ecco cosa farò, mi sono detto, qualche giorno fa, mentre riflettevo sull’idea ché mi hanno detto di riflettere su un’idea precisa, e di solito sono preciso, io, quando mi chiedono di riflettere su qualcosa, e pertanto Ecco cosa farò, mi sono detto, mi complicherò la vita, e del resto sono bravissimo a complicarmi la vita, si sa, proprio c’ho un dono, mi riesce con estrema semplicità.

E dunque ho immaginato un percorso di creazione per dieci partecipanti a partire da ciò che significa pazzia, o l’essere pazzi, o essere considerati pazzi, o considerarsi pazzi, e procedere per tentativi di vita che abbiano il vanto di non determinarsi mai in un discorso finito, e che anzi abbiano fatto voto di vastità, onorando tutte le molte possibilità possibili, fino alle impossibilità.

E insieme alla pazzia, i fantasmi.

Di cui è piena la realtà degli squilibrati, i fantasmi zoppi e ciechi, che hanno smesso di spaventare ma che lo stesso si aggirano rumorosi ovunque si possa, i fantasmi striscianti dalla coscienza lucente, i fantasmi ipocriti e malandrini che fanno sempre ciò che non va fatto, e mai ciò che è convenuto.

E così farò così: proporrò ai partecipanti la scrittura di dieci brevi drammaturgie monche, caduche, senza nessun happy end, che avranno la peculiarità di intersecarsi le une con le altre, poiché i personaggi che le vivranno saranno tutti collegati, ciascuno sarà la pazzia dell’altro.

E con la speranza che esondi, questa pazzia, e colga in pieno il pubblico, ovvero i fantasmi di una vita trascorsa, andata, in corso, o quel che sarà.

Il come

E per cui dieci artisti barbagianni, mi servono, che abbiano a cuore la produzione di pensieri capaci di germinare parole e che soprattutto siano in grado di gestire le omissioni, di lasciare un discorso aperto, spalancato, poiché sarà compito del pubblico determinare una definizione, fosse pure maldestra, però frutto di quella specie di epifania che è l’immaginazione.

E perciò dieci drammaturgie monche, dicevo, e una cornice, e la cornice la porterò io, anzi no, ritratto: la scriverò insieme ai partecipanti: pure lei frutto dell’immanenza, del caso, e quindi della necessità.

E il gioco sarà il gioco del labirinto, e toccherà a ciascun partecipante immaginarsi una via di fuga, perlomeno auspicarla, desiderarla.

E quindi ci saranno i giorni, tutte le ore, i partecipanti selezionati, e il sottoscritto interamente, a determinare modi e segni, parole e suoni, corse e ristori, in un tempo cristallizzato che passerà in un battibaleno, poiché è l’arte che lo pretende, che pretende che il tempo sia il più effimero possibile.

Il tutto in un labirinto, come si diceva, che sarà poi la formula dello spettacolo finale, in cui ognuno di perderà, pubblico e attori, persino i passanti.

Il cosa

E ci sarà un poco di artigianato, ovvio, che occorrerà alle scritture, alle regie, alle interpretazioni.

Per cui:

Il tema: La premessa tematica; lidea e il pensiero.

I personaggi: Come nasce un personaggio; costruzione dei personaggi attraverso i desideri e i conflitti; le dinamiche interne; il destino del personaggio; obiettivo come motore della storia; conflitti interni e conflitti esterni; il protagonista e gli ostacoli.

Analisi e struttura: La domanda drammaturgica principale; gli antefatti; il conflitto come motore della storia; la costruzione della trama; fabula Vs trama; la struttura; le didascalie; possibilità metonimiche.

La narrazione: Il punto di vista; luniverso del narratore; monologo Vs soliloquio; il climax e lanticlimax.

Lillusione della realtà: I dialoghi; il linguaggio e la lingua; lo stile e la voce; leversione necessaria; verità e rappresentazione; il tempo nella storia; le ambientazioni; le versioni multiple; le sottotrame; lescaletion.

Gli strumenti del mestiere: La preparazione dello scrittore; biografia e biografema; figure retoriche e linguaggio figurato; il terzo oggettivo; rovesciamenti e cliffhanger; le transizioni; i flashback o analessie; i flashforward; i sogni; lorganizzazione del tempo; cambiamenti ed epifanie.

La regia: Il tradimento del regista; lo spazio e il tempo; simbologie e trasfigurazioni; apologie; il labirinto come determinazione spaziale dell’infinito possibile; i ruoli.

L’interpretazione: I modi dell’attore; segreti e rivelazioni; negazioni e rivendicazioni; anfibologia; il corpo e il sacrificio; la realtà come appiglio; l’ironia come approdo; lo sguardo corale.

Il chi

La residenza è aperta a chiunque abbia voglia di sperimentare una creazione che non si ponga il problema di risolversi in sé, ma che sia un lascito, una corsa contro il tempo, anche un anacronismo.

Ci saranno due percorsi distinti: uno rivolto a professionisti (inclusi allievi di accademie teatrali), l’altro agli amatori.

Inviare la propria candidatura a teatrinocontroverso@gmail.com, comprensiva di curriculum artistico per i professionisti e di lettera di presentazione per gli amatori. Entro e non oltre il 26 novembre 2025

Il quando

Teatro Atlante, Palermo, dal 4 al 14 dicembre 2025.

Calendario professionisti 

4-5-6-7-8-10-11-12 dicembre ore 9/13

sabato 13 dicembre ore 9/19 + evento finale aperto al pubblico

Calendario amatori

4-5-11-12 dicembre ore 18/22

6-7-8 dicembre ore 15/19

domenica 14 dicembre ore 9/19 + evento finale aperto al pubblico

COSTI

professionisti 150€ – amatori 200€

Rosario Palazzolo è drammaturgo, scrittore, regista e attore. Per il teatro ha scritto, fra gli altri: Ciò che accadde allimprovviso (2006), I tempi stanno per cambiare (con Luigi Bernardi, 2007), A Cirimonia (2009, premio ANCT 2020 allo spettacolo, con la regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi), L’ammazzatore (2018), Eppideis (2021), Via Crudex (2023), Tiger dad (2024), e il Dittico del sabotaggio, composto dagli spettacoli Se son fiori moriranno (2022) e Ti dico una cosa segreta (2024).

Nel 2016 ha pubblicato la raccolta di testi teatrali Iddi – Trittico dellironia e della disperazione (Editoria & Spettacolo, 2016), che comprende Ouminicch (2007), Letizia forever (2013) e Portobello never dies (2015); e nel 2019 il trittico Santa Samantha Vs. Sciagura in tre mosse (Il Glifo, 2019), che comprende gli spettacoli Lo zompo (2016), Mari/age (2016) e La veglia (2018).

Vincitore del 18° festival internazionale del teatro di Lugano, nel 2016 è stato insignito del premio nazionale della critica (ANCT) per la sua attività di drammaturgo.
Negli anni la sua scrittura è stata oggetto di studio presso alcune università italiane e europee, con approfondimenti monografici e tesi di laurea.

Per la narrativa ha scritto le novelle Lammazzatore (Perdisa Pop, 2007) e Concetto al buio (Perdisa Pop, 2010), e i romanzi Cattiverìa (Perdisa Pop, 2013), La vita schifa (Arkadia Editore, 2020), proposto da Giulia Ciarapica per il Premio Strega 2020, e Con tutto il mio cuore rimasto (Arkadia Editore, 2021), proposto da Alberto Galla per il Premio Strega 2022.

Nel cinema ha lavorato con Marco Bellocchio ne Il Traditore e con Grassadonia e Piazza in Iddu – L’ultimo padrino.

Dal 2023 insegna regia e drammaturgia presso la Scuola di recitazione e professioni della scena del Teatro Biondo di Palermo.